La Bosnia Erzegovina, il paese del latte e del miele, ricordata soprattutto per essere stata teatro di un sanguinoso conflitto negli anni ’90 (e di cui ancora porta le ferite), sta ora vivendo un nuovo dramma.
La Drina, uno tra i suoi fiumi più importanti che condivide con Serbia e Montenegro, riversa in una situazione di profondo degrado, la “rijeka” tanto amata dallo scrittore Ivo Andrić, sta infatti soffocando per colpa della plastica.
Sono infatti del 2019 le prime immagini che raccontano la situazione in cui riversa questo considerevole corso d’acqua, ma l’emergenza va avanti da molto di più. Bottiglie, sacchetti, imballaggi ma anche barili e, da quanto riportato, intere lavatrici sono ormai parte integrante del fiume. Il loro accumulo nel tempo ha creato infatti intere isole di materiali inquinanti, distese desolanti di scarti abbandonati che piano piano stanno facendo morire l’intero habitat.
È di pochi giorni fa però la notizia che ha nuovamente puntato i riflettori sulla situazione bosniaca: una di queste isole di rifiuti galleggianti, a causa dell’innalzamento del livello dell’acqua dovuto alle precipitazioni, ha pericolosamente raggiunto la centrale elettrica di Visegrad, rompendo le barriere che erano state poste a protezione proprio per evitare incidenti come questo.
Più di tre mila metri cubi di rifiuti si sono riversati all’interno della diga raggiungendo proprio il sito della centrale. Un fatto grave e pericoloso perché rischia di compromettere, non solo l’ecosistema del fiume, ma anche la funzionalità dei sistemi della centrale stessa, minando l’approvvigionamento dell’energia elettrica.
Molte le dichiarazioni degli abitanti ormai esasperati, anche se l’impegno della cittadinanza fa si che dal fiume vengano recuperate dai 6 agli 8 mila metri cubi di rifiuti all’anno, è ormai palese che la situazione è fuori controllo.
Anche il direttore della centrale, Nedeljko Perisic, dichiara la difficoltà di gestione del problema, sia per la mancanza di una strategia comune, ma soprattutto per la non-curanza delle amministrazioni pubbliche nei confronti dei gravi fatti che da anni vengono riportati.
Cosa si può fare?
Ogni anno, secondo i dati forniti da ourworldindata.org, in Bosnia si producono 195.633 tonnellate di rifiuti platici (2010). Come abbiamo visto molti di questi finiscono nei fiumi, vitali e strategici elementi per l’economia e per gli ecosistemi circostanti.
River Cleaning nasce proprio per rispondere con efficacia a crisi come questa e propone un nuovo e innovativo sistema per il recupero della plastica e per fermare l’inquinamento nelle acque fluviali. Grazie alla corrente dell’acqua, i rifiuti vengono deviati dalla barriera modulare e portati all’apposito punto di raccolta. Il modello quindi non necessita di altra fonte energetica e non produce alcun tipo di rifiuto. River Cleaning è progettato per avere un impatto ridotto sull’ecosistema: fauna e flora non subiscono stress dal sistema, inoltre è capace di lavorare senza impedire la navigabilità alle imbarcazioni di qualsiasi dimensione, ed è proprio questo che rende River Cleaning imparagonabile rispetto a qualunque altro progetto.
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Bosnia: tonnellate di rifuiti ostruiscono i fiumi
Bosnia, isole di rifiuti intasano il fiume Drina. Ecco cosa è successo
Photo: ANSA